Presso il Tribunale di Brescia è in corso un processo a carico di 18 militanti di diverse realtà antagoniste. Diciotto persone che negli ultimi anni hanno contribuito a rendere Brescia una città che vive le strade e le piazze, che lotta per i diritti sociali, che alza la testa contro lo sfruttamento, il razzismo e le politiche lacrime e sangue. Il processo si riferisce ai fatti del 28 Maggio 2012 avvenuti in città: in quell’occasione, con giustificazioni inaccettabili e pretestuose quali la presunta incapienza della piazza, la Questura vietò al corteo antagonista e antifascista di raggiungere Piazza della Loggia, dove si svolgeva la commemorazione ufficiale della strage fascista e di Stato del 1974. Il corteo, deciso ad affermare il proprio diritto a partecipare ad una giornata così importante per la nostra città ed a contestare l’allora ministro degli interni Anna Maria Cancellieri presente in piazza per l’occasione, dichiarò da subito di non accettare questo divieto; per questo motivo la Questura ordinò due volte ai reparti celere di caricare la manifestazione, composta prevalentemente da giovani e giovanissimi: prima con una carica molto violenta in corso Matteotti, sul percorso autorizzato; dopo in largo Formentone, all’imbocco di piazza Loggia, dove uno sbarramento di Polizia, Carabinieri e transenne cerca invano di impedire il passaggio al corteo.
Una ricostruzione assolutamente falsa della giornata, costruita ad hoc dagli agenti della DIGOS, e l’appoggio della procura della Repubblica, hanno reso possibile l’inizio delle udienze preliminari di questo iter giudiziario.
Dei diciotto imputati, tre hanno scelto la formula del giudizio abbreviato giungendo ad un breve dibattimento già nella seconda udienza preliminare lo scorso 5 Luglio.
Proprio in questa occasione arrivano le gravi e pesanti richieste di pena dell’accusa, rappresentata dal pm Ambrogio Cassiani, accompagnate da alcune sue affermazioni meschine quanto inopportune, vere e proprie “Cassianate”.
L’assurdità delle richieste di questo zelante magistrato denotano una precisa volontà di attacco e criminalizzazione nei confronti di chi lotta per un presente e futuro migliori, una linea giudiziaria che va sempre più diffondendosi in Italia insieme all’acuirsi delle conseguenze di emergenzialità sociale dovute alla crisi economica: si va da 5 anni per l’accensione e presunto lancio di un fumogeno, ad 1 anno e 4 mesi per aver protestato verbalmente contro il divieto di manifestare fino ad 8 mesi per avere di fatto ricevuto una serie di manganellate dagli agenti del reparto celere.
Per giustificare queste follie, inoltre, il pm Cassiani si è lasciato andare in ridicole, se non fossero molto gravi, insinuazioni nella propria requisitoria, in sede dibattimentale.
Innanzitutto, sostiene, la magistratura deve appoggiare l’operato equilibrato e professionale delle forze dell’ordine nella gestione dell’ordine pubblico, sempre e comunque, prima che queste decidano di deporre scudi e manganelli e cessare il servizio. In secondo luogo ha espresso la propria perplessità sul fatto che in quella giornata i più giovani possano realmente scendere in piazza per degli ideali, visto che nel 1974, l’anno della strage, ancora non erano nati, infangando così memoria storica della città di Brescia e diritto di manifestare. Per Cassiani ci si trova piuttosto di fronte ad una sorta di folla manzoniana e chi la difende non fa altro che tentare di “dare una visione romantica di una mandria di bufali inferociti”. Questo e nient’altro, secondo questo squallido personaggio, eravamo in piazza, a centinaia, quel giorno.
Che dire…ha ragione!
Di fronte alle ingiustizie sociali, di fronte alla costruzione di uno stato di crisi permanente per imporre politiche di austerità e sacrifici, di fronte allo sfruttamento e alla sospensione dei diritti sociali, di fronte al razzismo istituzionale e non, di fronte a fascismo, sessismo ed a qualsiasi divieto imposto diventiamo una mandria di bufali inferociti; caricheremo sempre a testa alta per conquistare le piazze, per conquistare reddito, diritti e dignità.
Quella di Ambrogio Cassiani è l’arroganza e l’ignoranza di chi deve difendere acriticamente e ad ogni costo l’ordine costituito, quando piazze ribelli lo mettono in discussione ovunque.
In quelle stesse aule di tribunale dove è stato assolto in formula dubitativa chi mise la bomba in piazza della Loggia uccidendo 8 persone e ferendone oltre 100, oggi si vuole condannare chi quotidianamente si batte per i diritti e per la dignità di tutte e tutti.
Ma nel tempo in cui le persone per bene sono coloro che sfruttano, che sfrattano, che licenziano i facchini quando osano scioperare per la propria dignità o che processano i No Tav perchè difendono il territorio da mafie e speculazioni, noi stiamo con chi crea percorsi di lotta, di resistenza, di riscatto sociale. Staremo sempre dalla parte di chi immagina ed inizia a costruire un mondo differente, un’alternativa reale al neoliberismo.
La lettura delle sentenze riguardanti i riti abbreviati e il pronunciamento sul rinvio a giudizio degli altri imputati è stato fissato per Venerdì 19 Luglio 2013.
VENERDI’ 19 LUGLIO 2013, ORE 10.30, DI FRONTE AL PALAGIUSTIZIA DI VIA LATTANZIO GAMBARA: PRESIDIO DI SOLIDARIETA’! NON LASCIAMOLI SOLI!