Contro il razzismo istituzionale, diritti sociali per tutti e tutte
Sabato 14 ottobre ore 14.30 – Largo Formentone, Brescia
MANIFESTAZIONE in occasione della “Marcia per l’accoglienza e la cittadinanza”
Violenza e morte programmata lungo le frontiere, per reprimere e selezionare le persone in movimento dagli epicentri del saccheggio economico e del collasso eco-climatico globale, i e le migranti che lottano per una vita degna sfidando il regime dei confini, del privilegio razzista e di classe.read more
Proiezione del documentario “Brucia ancora dentro-Vent’anni dalla Notte Nera diMilano, con Dax nel cuore” con la regia di Francesco Manzato, Paolo Pioltelli, Filippo Repishti (2023), prodotto da Associazione Dax 2003 e da F.O.A. Boccaccio 003.
Il 16 marzo 2003 Milano è di nuovo insanguinata, dopo decenni, da un omicidio politico: Dax, giovane militante antifascista che frequenta gli spazi occupati del quartiere Ticinese ed è attivo nelle lotte per il diritto all’abitare, viene ucciso a coltellate da tre estremisti di destra. A distanza di poche ore, compagni e compagne giunti al pronto soccorso dell’ospedale dove è stato portato Dax, vengono massacrati dalle forze dell’ordine. È la Notte Nera di Milano. Da allora la vicenda di Dax diventa un patrimonio collettivo, in Italia e in Europa. Una memoria viva che ancora contamina le lotte di oggi. Voci di amici e amiche, di compagni e compagne, di una madre instancabile ripercorrono fatti e antefatti di quella notte, vicende giudiziarie, vissuti personali che possono dare ispirazione e forza alle nuove generazioni.read more
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Primo maggio
FERMARE LA GUERRA SUBITO!
Solidarietà – autodeterminazione – giustizia sociale e climatica
DOMENICA 1 MAGGIO 2022
appuntamento alle ore 9 in Piazza Garibaldi, #Brescia
Adesioni attuali: CSA Magazzino47 – Associazione Diritti per tutti – COBAS Brescia – CUB Brescia – Brescia per Mediterranea Saving Humans – Fridays For Future Brescia
(Per aderire contattateci in DM o all’indirizzo mail info@magazzino47.org)
Una drammatica pandemia ancora in corso, che certo non finisce per decreto governativo. Il diffondersi di condizioni di vita e lavoro segnate da impoverimento, precarietà, ritmi estenuanti.
Una crisi climatica prossima all’irreversibilità.
E adesso, di nuovo anche in Europa, una guerra devastante, scatenata a febbraio dall’aggressione militare del regime autocratico russo contro le popolazioni ucraine.
Una guerra alimentata dalle divergenti strategie di dominio geopolitico delle grandi potenze, anche occidentali, mosse tutte da interessi economici capitalistici.
Una guerra che potrebbe persino diventare nucleare. E che alle porte di Brescia avrebbe uno dei primi target da colpire: la base di Ghedi, munita di bombe atomiche USA in piena efficienza.
Il mondo in cui viviamo – governato secondo le priorità imposte dal sistema neoliberista, dalla sua insaziabile bulimia di profitto per pochi – è più che mai pericoloso e ingiusto. Le sue classi dirigenti sociali e politiche non sembrano in grado di risolvere crisi e squilibri, danno anzi l’idea di esserne causa. Ne ricavano anche privilegi, mentre scaricano su milioni di persone sfruttamento, sofferenza, morte, fino a mettere a repentaglio l’esistenza stessa della specie umana.
Con la guerra voluta da Putin, poi cavalcata da Biden e buona parte dell’Unione europea – il cui costo peggiore pagano come sempre le classi popolari (qui per ora “solo” con un ulteriore aumento di inflazione e caro-vita) – veniamo chiamati da ogni parte al nazionalismo e alla contrapposizione frontale al nemico. Anche stavolta chi governa – in Russia ma anche in Italia e in occidente – risulta essere parte del problema. Non la soluzione.
La ricchezza che produciamo non può essere bruciata in guerra e nelle spese militari, che invece i Paesi Nato, Italia compresa, hanno appena deciso di incrementare fino al 2 per cento dei rispettivi PIL. Esigiamo che le risorse economiche siano impiegate in altri modi: per migliorare condizioni di lavoro e salari, per la continuità del reddito, per il diritto alla casa, per la sanità, la scuola, il welfare pubblici.
Per la giustizia climatica e ambientale. Per un’urgente svolta ecologica radicale, senza che i costi vengano addebitati alle classi popolari. Per una rapida messa al bando dei combustibili fossili, il cui utilizzo oggi è pure fonte di finanziamento, da parte della stessa Europa occidentale, dell’aggressione russa in Ucraina. È il momento di porre fine agli enormi profitti delle multinazionali energetiche e dunque agli insostenibili aumenti delle bollette di luce e gas.
Fermare la guerra subito! Per una soluzione politica e non militare che metta fine al conflitto armato, all’invasione russa e alle pericolose manovre belliciste della NATO foriere di possibili escalation.
No agli imperialismi e ai nazionalismi. Per l’autodeterminazione e la democrazia dal basso ovunque!
Solidarietà alle popolazioni civili che resistono all’oppressione nell’Ucraina invasa, in Russia e in tutto il mondo. E che in ogni caso sono il principale bersaglio della guerra.
Sostegno e corridoi umanitari per chi fugge dalla guerra, libertà di movimento per chiunque, senza più discriminazioni per età, sesso biologico, genere, provenienza geografica, “etnia”, colore!
No alle narrazioni uniche, alla militarizzazione del discorso pubblico e dell’informazione, della politica economica, della società.
Per un’Europa indipendente e non subordinata agli Stati Uniti. Per un’Europa e per un mondo di pace e diritti sociali universali, liberi da guerra, nazionalismo, patriarcato, razzismo, sfruttamento.
Vogliamo vivere. Vogliamo giustizia e futuro.
Dopo il corteo, dalle ore 13, pranzo di raccolta fondi per le spese processuali della campagna “60MILA VOLTE ANCORA” al Magazzino 47. I posti per il menù completo sono già esauriti, ma ci sarà la possibilità di sostenere la campagna, mangiare un boccone e passare una giornata in compagnia anche per chi si unirà all’ultimo momento!
Giovedì 24 febbraio l’esercito russo ha iniziato l’invasione dell’Ucraina, dando il via alla guerra che da una settimana sta portando morte e distruzione in tutte le regioni del paese.
Come accade in tutte le guerre tra stati – che perseguono gli interessi economici e geopolitici di pochi – a pagare terribili costi umani, sociali, economici ed ecologici è la gente comune, in particolare le fasce più deboli e povere della popolazione.
In questi giorni, davanti alle immagini delle abitazioni colpite dalle bombe, dei carri armati che avanzano, dei cadaveri a terra e delle centinaia di migliaia di persone in fuga, la priorità può essere soltanto una: immediato stop alla guerra in favore di una soluzione diplomatica e politica delle tensioni nell’area.
Pensiamo che la prima posizione da prendere sia quella della solidarietà tra i popoli: a fianco delle donne e degli uomini che in Ucraina subiscono le drammatiche conseguenze della guerra, a fianco delle migliaia di persone che in questi giorni, in Russia, stanno manifestando con coraggio la propria contrarietà a questa guerra, a costo della loro libertà.
Seguendo questo principio, nel mondo, in Italia e anche a Brescia tante persone si stanno muovendo non solo per chiedere un cessate il fuoco immediato, ma per far arrivare aiuti materiali di vario genere a chi sta pagando il prezzo più alto dell’ennesima guerra. Anche noi vogliamo fare la nostra parte.
Per questo, venerdì 4 marzo e venerdì 11 marzo, durante il Mercato 47, dalle 16 alle 20, raccoglieremo fondi, viveri e beni di prima necessità per chi si trova sotto assedio in Ucraina e per chi ha dovuto lasciare il paese. Chi volesse contribuire a questo gesto di solidarietà concreta contro la guerra può portare medicinali o materiale sanitario (paracetamolo, ibuprofene, antidolorifici, antiepiretici, kit di primo soccorso, bende, garze, guanti, mascherine) e cibo a lunga conservazione (cibo in scatola, pasta, riso, ecc).
Una volta raccolto il materiale, ci occuperemo di organizzarlo e consegnarlo alle reti di solidarietà attivate dalla comunità ucraina di Brescia e ad altri canali umanitari rivolti alla popolazione civile.read more
Quasi due anni fa, nel gennaio 2020, il Covid-19 si è presentato al mondo e da lì a poco ci siamo trovatə in una pandemia che dura tuttora. La pandemia ha mostrato una volta di più la spietatezza del modello di sviluppo capitalista e neoliberista, evidenziando come nel sistema economico e sociale in cui viviamo la salute delle persone viene ben dopo i profitti del capitale, smascherando non solo le criticità – preesistenti – del sistema sanitario, ma in generale la violenza di un’organizzazione sociale, politica ed economica che non è più sostenibile né tollerabile. Allo stesso tempo, l’emergenza sanitaria ha messo e sta mettendo a dura prova anche la tenuta delle organizzazioni politiche di base e la loro capacità di proporre un’alternativa. Per quanto riguarda la nostra, l’abbiamo sentita inadatta e insufficiente. Dunque, pensiamo che quel “non vogliamo tornare alla normalità” che facevamo nostro un anno e mezzo fa debba valere innanzitutto per noi. read more