La conquista di un mondo diverso dall’esistente governato dalle recinzioni della finanza e del neoliberismo, in fondo, è una questione di spazi. La battaglia si gioca su questo campo.
La spietata macchina del profitto stringe e chiude ogni spazio, fisico e non. Toglie spazio alla nostra vita: se abbiamo un lavoro sicuro ci chiede di lavorare di più, pagandoci di meno; se non abbiamo un lavoro ci dice che siamo schizzinosi e “choosy”; se studiamo puntualizza che solo chi se lo merita ne ha diritto e ci mostra un’odiosa meritocrazia che vuol dire selezione ed elitarismo. Porta via il nostro tempo presente e futuro, distrugge qualsiasi prospettiva buttandoci nel vortice della precarietà, quando non ci condanna alla disoccupazione.
Chi governa questo sistema fatto di banche, governance, mercati finanziari e governi tecnici annulla i nostri sogni ed i nostri legittimi desideri di socialità, di divertimento, di cultura, di scambio di saperi liberi: “sacrifici!” è l’ammonizione, il debito la costante colpa da espiare.
I movimenti globali, dagli Stati Uniti di Occupy alla Grecia insorgente, passando per gli Indignados iberici e le rivolte del Magreb, ci mostrano che la prima ed immediata liberazione dal controllo capitalista, dalla crisi e dalle misure di austerity, dalle violenze della polizia e dallo sfruttamento è la conquista di spazi e tempi che rifiutino la logica di un sistema basato sullo sfruttamento delle vite per la creazione e la conservazione di profitti.
L’arma micidiale a nostra disposizione è la riappropriazione: di tempi, spazi, diritti, reddito…delle nostre intere esistenze.
Non crediamo nella retorica dei sacrifici, della produttività, dell’assunzione del debito da parte di tutti, della crescita.
Crediamo invece negli spazi liberi e nell’autogestione come pratiche di costruzione di forme di vita differenti da quella esistente nella società che viviamo.
Difendiamo e promuoviamo questi spazi perché sono le basi fisiche in cui organizziamo le lotte dentro e contro le metropoli dello sfruttamento, della precarietà, delle scuole-azienda, del razzismo istituzionale e dei divieti. Queste sono la nostra bussola verso un futuro tutto da conquistare.
Contro chi comanda, specula, sfratta, sgombera, sfrutta.
Contro la mercificazione di arte, musica, cultura e saperi…
Per una socialità altra e fuori dalle logiche del profitto.
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