BRESCIA: SANZIONATA LA BREDA (GRUPPO LEONARDO – FINMECCANICA)

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Brescia, domenica 27 maggio: sanzionata la sede dell’azienda armiera Breda (gruppo Leonardo – Finmeccanica) da un centinaio di attiviste e attivisti della campagna di solidarietà internazionale “Sì Amo Afrin” provenienti da Brescia, Cremona, Bergamo, Pavia, Verona e Piacenza. Contro la vendita di armamenti alla Turchia del presidente-Sultano Erdogan, utilizzati per il massacro contro Afrin (Nord della Siria) e la rivoluzione del confederalismo democratico.

La Turchia vive un lungo inverno marchiato dalla violenza del presidente-Sultano Erdogan. Diritti sociali e civili cancellati, arresti di massa, centralizzazione del potere, cancellazione di qualsiasi forma di dissenso. Nel sud-est del paese, al confine con la Siria, dove si trova il Kurdistan turco, la situazione è ancora più grave: è in corso da anni un genocidio contro la popolazione curda. Se non bastasse, dal 20 gennaio scorso l’esercito di Ankara, supportato dal cosiddetto Esercito Libero Siriano, che è in realtà composto da bande jihadiste, ha allungato il suo raggio d’azione, distruzione e massacro oltre il confine siriano attaccando la città e il cantone di Afrin. Afrin, come Kobane, fa parte della Federazione Democratica della Siria del nord. Rappresenta uno dei simboli di convivenza pacifica tra popoli nati della rivoluzione confederale e dalla cacciata dello Stato Islamico (Isis).

In questo scenario di morte e distruzione, l’Unione Europea e l’Italia restano silenti. Anzi, continuano e fare affari con Erdogan. 3 miliardi di euro sono entrati nelle casse del regime turco per contenere, per conto della stessa UE, i flussi migratori. Non solo, numerose aziende italiane, tra le quali spicca la banca UniCredit, hanno voluto incontrare Erdogan a Roma lo scorso 5 febbraio per incrementare i rapporti commerciali con le aziende turche. L’esercito della Turchia fa parte della NATO e una parte degli armamenti che sta utilizzando sono prodotti in Italia dal gruppo Leonardo (ex Finmeccanica), azienda a partecipazione statale il cui maggior azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta in particolare dagli elicotteri d’attacco T129. Solo nel 2016 il nostro Governo ha venduto armi all’esercito turco per 133,4 milioni di euro. A Brescia, nella storica fabbrica Breda (che fa parte del gruppo Leonardo-Finmeccanica) vengono prodotte una parte di queste armi. Lo stato italiano è direttamente responsabile, a livello politico ed economico, del massacro che il regime islamista turco sta perpetrando in Turchia e ad Afrin. 

Il silenzio è complice. Noi non sappiamo stare in silenzio. Fabbricare e vendere armi è di per sé criminale. Continuare a fare affari con governi violenti e dittatoriali che fanno del genocidio una pratica di governo dei territori è criminale. Per questo la sede di Brescia di Leonardo-Finmeccanica è stata nuovamente sanzionata. Non sarà l’ultima volta che i suoi muri, i suoi cancelli e le sue porte ci vedranno protagonisti della denuncia materiale delle responsabilità dell’azienda, dal Governo e dello Stato italiano. 

Infine il nostro pensiero e la nostra solidarietà non possono che andare al popolo palestinese che dal 70 anni subisce il massacro e la violenza de un’occupazione militare perpetrata dallo stato sionista di Israele sempre con quelle stesse armi prodotte dai paesi occidentali, Italia compresa.

Si Amo Afrin​

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