Il vento di lotta e agitazione che in tutto il paese sta attraversando il settore della logistica ha oggi mostrato la sua forza anche a Brescia. Stamattina, infatti, fin dal primo turno lavorativo, ovvero dal primissimo mattino, i lavoratori della TNT hanno incrociato le braccia e indetto un presidio permanente fuori dai cancelli, impedendo l’uscita delle merci e le operazioni di carico/scarico, e paralizzando di fatto la produzione. Blocchi che hanno impedito il trasferimento del materiale e la paralisi dell’azienda, anche in virtù del fatto che l’adesione allo sciopero (indetto dal sindacato S.I.Cobas) ha raggiunto oltre il 90%. Facchini e autisti hanno reagito in maniera determinata all’ingiusta e arrogante sospensione di un collega, provocato da un pretesto, che è però solo l’ennesimo atto di un insieme di atteggiamenti e provocazioni tipiche della prevaricazione padronale, ed in particolar modo di quelle cooperative molto poco trasparenti su cui le imprese committenti fanno sempre più uso per gestire il settore logistico abbassando i costi il più possibile, facendone però ricadere gli effetti immediati sulle condizioni di vita dei lavoratori.
Le rivendicazioni indicate come minime e necessarie per interrompere il momento di fermento sindacale infatti comprendono il riconoscimento di diritti lavorativi basilari, come la certezza di un giorno fisso in cui ricevere lo stipendio o la garanzia del versamento degli svariati mesi di stipendio arretrati, oltre che la regolarizzazione delle buste paga nelle quali risultano irregolarità quali orari molto inferiori a quelli fatti realmente e straordinari non retribuiti. Rivendicazioni che sarebbero dovute già esserci nel sistema contrattuale e nella tutela dei lavoratori da parte dell’azienda; rivendicazioni insomma che assumono anche una valenza di riconoscimento della dignità quotidianamente calpestata. Avendo preso atto della determinazione degli scioperanti e del presidio (oltre che del notevole ammanco che ha comportato il blocco totale della produzione e dei trasporti), TNT è stata costretta, già in tarda mattinata, ad accettare un piano di trattativa sul reintegro del lavoratore sospeso e sulla corrispondenza delle buste paga arretrate di facchini ed autisti, mostrando quanto un movimento sindacale autorganizzato, che parta dai bisogni di classe (e non conciliatorio come quello dei sindacati confederali) faccia paura.
Se questo sciopero è stato reso possibile dalle prime due assemblee cittadine dei lavoratori di SDA e TNT, tenute nelle scorse settimane, utili per mettere i primi mattoni della conoscenza reciproca della propria condizione di sfruttamento, l’enorme coraggio mostrato nel rompere la paura delle ritorsioni che ha sempre fermato questo tipo di iniziative è una garanzia sul fatto che la lotta non si fermerà qui, quale che sia l’esito di questa prima battaglia, ma che continuerà fino a che non verranno riconosciuti diritti e, come riporta lo striscione ai cancelli “dignità per tutt*”.
Questo, così come le esperienze che negli ultimi anni hanno animato tutta Italia a partire da Bologna e Piacenza, è a dimostrazione che la lotta conflittuale è l’unica via da seguire per arrivare a miglioramenti reali e concreti delle proprie condizioni di vita.
Come CSA Magazzino 47 e Kollettivo Studenti in Lotta abbiamo partecipato al picchetto sin da quando si è formato, portando la solidarietà attiva e complice di chi nelle lotte vede la via per rompere l’enorme gabbia che circonda le nostre vite, a partire dalla condizione di student* e precar* ma includendo anche le forme di sfruttamento tipiche della logistica. Oggi come precarie e precari, sfruttate e sfruttati, disoccupati e disoccupate, lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, eravamo a fianco dei facchini e degli autisti in lotta che stanno scioperando e abbiamo paralizzato i magazzini della TNT insieme a loro.
Perchè ricomporre soggettività in lotta con i loro diversi percorsi, ricomporre le lotte sociali per i diritti e la dignità, contro lo sfruttamento, è la strada che a Brescia e in tutto il Paese i movimenti hanno già imboccato per costruire territori resistenti e per opporre all’attacco neoliberista esteso ad ogni aspetto delle nostre esistenze e della nostra quotidianità, declinato nella sua articolazione di sistema-crisi, un corpo collettivo meticcio, solidale, incompatibile con la macchina dello sfruttamento, della rendita e dei profitti, ed in lotta per bisogni e desideri.
Ancora una volta…
PER UNA SOLA GRANDE OPERA: CASA – REDDITO – DIGNITÀ PER TUTTE E TUTTI.