Magazzino 47

Sul 44° anniversario della Strage di Piazza della Loggia e le bugie della stampa

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Leggiamo in questi istanti, sulle edizioni online di diversi giornali locali e nazionali, che durante il minuto di silenzio e durante gli otto rintocchi per le vittime della Strage di Piazza della Loggia, gli attivisti del Magazzino 47 avrebbero fatto cori o fischiato, mancando di rispetto alla memoria delle vittime. Nulla di più falso. Durante il minuto di silenzio il corteo da noi promosso si è avvicinato alla zona della Stele in assoluto silenzio (molto più silenzioso del resto della Piazza “ufficiale”, a dire il vero) e non appena, successivamente, sono iniziati i rintocchi, ogni coro o fischio è stato prontamente smorzato dagli stessi organizzatori della manifestazione, ovvero da noi. Indubbiamente c’è stato un confronto acceso con Manlio Milani (non è un mistero la diversa visione che abbiamo con lui rispetto all’esercizio della Memoria e la non condivisione di alcune sue scelte, come quando decise di partecipare a un dibattito organizzato dai fascisti di Casa Pound!!!) e senza dubbio abbiamo contestato la lettura delle parole inviate dal presidente della Repubblica per ricordare e sottolineare che la Strage del 28 maggio 1974 fu una strage fascista e di Stato, in cui ci fu il coinvolgimento di apparati statali, di servizi segreti italiani e statunitensi. Noi siamo certi di onorare la memoria delle vittime della Strage portando avanti, quotidianamente, la pratica dell’antifascismo e gli ideali di giustizia sociale che quel 28 maggio di 44 anni fa portò loro in Piazza. read more

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BRESCIA: SANZIONATA LA BREDA (GRUPPO LEONARDO – FINMECCANICA)

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Brescia, domenica 27 maggio: sanzionata la sede dell’azienda armiera Breda (gruppo Leonardo – Finmeccanica) da un centinaio di attiviste e attivisti della campagna di solidarietà internazionale “Sì Amo Afrin” provenienti da Brescia, Cremona, Bergamo, Pavia, Verona e Piacenza. Contro la vendita di armamenti alla Turchia del presidente-Sultano Erdogan, utilizzati per il massacro contro Afrin (Nord della Siria) e la rivoluzione del confederalismo democratico.

La Turchia vive un lungo inverno marchiato dalla violenza del presidente-Sultano Erdogan. Diritti sociali e civili cancellati, arresti di massa, centralizzazione del potere, cancellazione di qualsiasi forma di dissenso. Nel sud-est del paese, al confine con la Siria, dove si trova il Kurdistan turco, la situazione è ancora più grave: è in corso da anni un genocidio contro la popolazione curda. Se non bastasse, dal 20 gennaio scorso l’esercito di Ankara, supportato dal cosiddetto Esercito Libero Siriano, che è in realtà composto da bande jihadiste, ha allungato il suo raggio d’azione, distruzione e massacro oltre il confine siriano attaccando la città e il cantone di Afrin. Afrin, come Kobane, fa parte della Federazione Democratica della Siria del nord. Rappresenta uno dei simboli di convivenza pacifica tra popoli nati della rivoluzione confederale e dalla cacciata dello Stato Islamico (Isis). read more

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Lotteremo per Sana!

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Rise up with Fists! by Brigette BarragerSana Cheema, 25 anni, cresciuta in Italia e con cittadinanza italiana, strangolata dal padre e dal fratello per non aver accettato un matrimonio combinato.

Una donna, uccisa da un uomo.
In questi giorni a Brescia ci son state una conferenza stampa e un presidio della comunità pachistana, a cui abbiamo partecipato, per ricordare Sana.
Durante le iniziative di questi giorni, qualcuno ha cercato di assolversi da questa tragedia, altri di strumentalizzarla.
C’è chi ha cercato di strumentalizzare la notizia dando la colpa di ciò che è accaduto alla cultura pakistana, chi alla religione islamica, chi al solito soggetto violento isolato.
In mezzo a queste auto-assoluzioni e strumentalizzazioni non riusciamo a non porci delle domande, a fare delle riflessioni su quanto accaduto. read more

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